Concorsi truccati per entrare nelle forze dell'ordine: proseguono le indagini, ecco i primi nomi e le cifre


PAOLA - Proseguono le indagini della Procura di Napoli Nord per verificare il corretto svolgimento degli ultimi concorsi avvenuti in Polizia di Stato e Polizia Penitenziaria, ove in questo ultimo Corpo, sono stati vari gli assunti provenienti da Paola, dalla provincia di Napoli e dalla Provincia di Caserta.

Al momento si contano ottanta ragazzi truffati, 24 episodi contestati, genitori nel panico per aver creduto di aver «messo a posto» in figli pagando una somma tra i 20 mila ed i 30 mila euro al solo fine di ottenere un posto fisso in Polizia Penitenziaria. Difatti, emerge dalle indagini che per ottenere una votazione tra 9,80 e il 10, vari genitori hanno concesso la somma di 20 mila euro per superare la prova scritta per poi saldare una ultimo pagamento di 10 mila euro dopo il superamento della visita medica. Meno garanzie, invece per chi ha puntato al "risparmio" ed ottenere una votazione tra 9,10 e il 9,70 ove la somma totale concessa è stata poco superiore ai 20 mila euro.

Poi, il sistema inizia a decadere con la  la prima denuncia che racconta il raggiro, firmata e depositata alla guardia di finanza di Aversa il sette ottobre del 2015 dai genitori di Mirko, giovane promettente agente della Polizia Penitenziaria, ex allievo dell'istituto tecnico «Filangieri» di Frattamaggiore. E proprio a scuola dove insegnava matematica uno degli indagati, ci sarebbe stato uno scambio di denaro tra i ragazzi truffati e un docente di matematica.

Sono questi i numeri dell'inchiesta coordinata dalla procura di Napoli nord con a capo Francesco Greco, messa in piedi, pezzo dopo pezzo, dai finanzieri della sezione polizia giudiziaria e dagli uomini delle fiamme gialle di Aversa. Indagini che hanno portato all'arresto del professore di matematica del «Filangieri» Antonio Cassese, residente a San Giorgio a Cremano, di suo fratello Enrico di 49 anni di Giugliano in Campania e della moglie Marianna Ciccarelli di 45. Obbligo di firma, invece, per un agente della Polizia Penitenziaria di Napoli-Secondigliano, Salvatore Pagliuca di Aversa e per il suo collega Giuseppe Garofalo, aversano pure lui. Il gip del tribunale di Napoli nord Daniele Grunieri ha disposto i domiciliari per il personaggio-cardine dell'inchiesta: Carmine Imparato di Sessa Aurunca, agente della penitenziaria in forza a Secondigliano.


Non è ancora chiara, invece, la posizione di Stanislao Cioffi, politico, non indagato. Il suo nome però, è spuntato fuori nella prima denuncia firmata dai genitori di Mirko: «Questo Cioffi si faceva chiamare Silvio -avevano riferito i coniugi - poi chiedemmo alla moglie di Imparato quale fosse il suo vero nome e ci disse che si chiamava Cioffi». Tutti sono accusati di truffa, millantato credito e abuso di potere. Per un gruppo ristretto è scattata l'accusa di associazione per delinquere. In cambio di denaro avrebbero garantito il loro intervento per assicurare il superamento di concorsi pubblici in tutte le forze dell'ordine, in particolare quelli nel Corpo della Polizia Penitenziaria.


I pm hanno fatto luce su «almeno 24 episodi delittuosi - spiega il procuratore Francesco Greco - nell'ambito dei quali il sodalizio avrebbe tratto profitti pari a 282mila euro, per poi evitare, all'esito negativo dei concorsi, condotte tese a evitare la restituzione del denaro elargito dalle vittime». «Quando chiedemmo la restituzione del denaro - hanno poi raccontato i genitori del ragazzo truffato - Cassese ci offrì degli assegni scoperti di un suo collega della penitenziaria, quando gli dicemmo che avevamo protestato lui minacciò il suicidio». Riunioni a casa dei Cassese, rassicurazioni sul buon andamento della selezione e visite mediche e persino un documento dell'ex ministero della Giustizia Annamaria Cancellieri: tutto era stato «costruito» da Imparato e dai Cassese per convincere i genitori del buon andamento della procedura di selezione. «Una volta ci invitarono a casa loro per festeggiare il compleanno di Mirko con una torta a forma di volante di polizia e un manichino che rappresentava un agente», hanno poi raccontato i genitori del giovane aspirante poliziotto.


Discorso differente per la Polizia di Stato, ove la compravendita di un "posto fisso" si aggirava su una somma poco superiore ai 30 mila euro.

Non ci sono delle tariffe fisse per chi decide di “acquistare” un posto fisso nell’Esercito o nei Carabinieri.

Solitamente chi si occupa della truffa contatta direttamente i genitori dei candidati proponendo loro una tariffa che va dai 20mila ai 50mila euro per il superamento delle prove. Queste organizzazioni criminali hanno messo su un vero e proprio tariffario50mila euro per avere la certezza di vincere il concorso, 20mila per le sole prove scritte e altri 10mila euro per le visite mediche e i test attitudinali.

Un’economia sommersa da centinaia di milioni di euro, che ha portato la Guardia di Finanza di Napoli ad indagare su vari concorsi:

  • 400 allievi agenti della Polizia di Stato (2015);
  • 1050 Carabinieri;
  • 490 Marescialli;
  • 559 allievi agenti della Polizia di Stato (2016);
  • 3500 VFP1 Esercito;
  • 1096 VFP4 Carabinieri;
  • 605 allievi Marescialli Guardia di Finanza;
  • 2013 VFP1 Aeronautica, Marina e Capitaneria di Porto
  • I concorsi in Polizia Penitenziaria degli anni 2012, 2013 e 2015.

Le indagini proseguono.

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