Concorsi truccati nelle forze dell'ordine, proseguono le indagini e nel mirino anche....


PAOLA - Ottomila euro di anticipo e cinquantamila a saldo al momento del passaggio delle visite mediche e di eventuali test attitudinali che permettevano l'assegnazione del posto. Così potrebbe essere conclusa la prima indagine sulla condotta di Giuseppe Zarrillo, finito agli arresti domiciliari e difeso dall’avvocato Federico Simoncelli, secondo ciò che scrive il giudice delle indagini preliminare Orazio Rossi: “Non è causale, era noto come soggetto in grado di influire sui concorsi pubblici” tramite delle conoscenze che millantava, rimanendo allo stato sconosciuto se ciò che corrisponda al vero (perché ci sono indagini in corso). Sono sette in tutto per ora gli indagati a vario titolo per corruzione, rivelazione di segreto di ufficio. Alessandro Pontillo, rileva l’accusa, “agiva in qualità di concorrente orale nell’ausilio prestato a Zarrillo. Salvatore Grauso agiva nella qualità di corruttore beneficiario dell’indebita alterazione della prova concorsuale. Concorrente morale e beneficiario anche Andrea Nuzzo. Ivano Mone avrebbe millantato credito presso ufficiali per la selezione di un altro concorso per agenti presso la Polizia di Stato. Antimo Rauso avrebbe ricevuto la somma di 3000 mila euro millantando conoscenze per favorire reclutamento a favore di Francesco Ricciardi. Ma le indagini proseguono e la macchia potrebbe travolgere anche altre persone, visto che i candidati favoriti per entrare in Polizia di Stato, Polizia Penitenziaria e Carabinieri sarebbero provenienti dalle province di Napoli, Caserta e Cosenza.

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